Dopo la bella sorpresa di vedere un privato, benchè anonimo, cittadino che investe parte del suo tempo per fare questa spassosissima parodia alle spese di chi infanga l’immagine della nostra città, oggi abbiamo anche avuto la gioia di vedere che La Nuova ha ripreso la storia e le ha dato ampio spazio sia sulla versione cartacea che quella online del quotidiano mettendo il richiamo addirittura in Home Page.
Grazie al fantomatico Jonny Galassia, autore del video e a Fabiana Pesci che ha scritto il simpatico articolo.
MURANO. Il fuhrer è più vivo che mai, almeno su Internet. Se ne sta asserragliato nel suo bunker, trasformato nel covo degli importatori del vetro tarocco. La sua vita filava liscia: importava scatoloni zeppi di prodotti farlocchi made in China per poi rivenderli ai turisti. D’un tratto, il disastro: la Promovetro si erge a paladina del vetro artistico “doc”, un’intera economia (la sua e dei suoi scagnozzi) va in fumo. E il “fuhrer”, manco a dirlo, dà di matto.
È la guerra del vetro di Murano riveduta e corretta da un internauta che ha inserito su Youtube un video che sta spopolando. Il format è noto: una scena del film “La caduta”, che racconta gli ultimi giorni di vita del dittatore tedesco, accerchiato dall’esercito alleato. Alle parole del fuhrer però sono associati venezianissimi sottotitoli, che trasformano quelle immagini cariche di tensione in un carosello degno del miglior Sturmtruppen. Il video si apre con una frase che immerge fin da subito in un’atmosfera drammatica: «Venezia, fine 2012. Nel covo degli importatori del vetro tarocco». Poi, per dirla alla Franco Bonvicini, un capitanen rompe il silenzio: «Ciò capo, non ne venimo fora, ea situassion xe dramatica. Nissuni vol più el vetro tarocco. A Rialto no se bate ciodo». Gli autori del video di certo non hanno lesinato sul turpiloquio, il parco maledizioni è più che nutrito. Il “fuhrer”, visibilmente preoccupato, prende la parola: «Go capìo Bepi, ma ghe xe sempre qualche insemenìo che crompa i tre foghi, e caramee e i pressacarte cinesi». È quando gli scagnozzi di “Hitler” fanno capire che non c’è più margine di guadagno che la tensione lirica esplode in un turbinìo di imprecazioni: «Ancora loro, ea Promovetro, sempre eori, i xe un incubo co sto marchio».
di Fabiana Pesci ( link all’articolo originale )